In arte
Papà Oreste

Ritorno a Napoli

Intorno al 1914 o al 1915, Oreste Tesorone rientra a Napoli.
Non ci sono documenti certi sulla data, ma l’eco del suo arrivo, quello sì, si fa sentire.
L’America lo ha trasformato. 
Napoli lo stava aspettando.

1910_Napoli-Via-Roma

Un capitolo importante

Inizia il terzo capitolo della sua vita.
Meno avventuroso, forse, ma più fertile e colmo di riconoscimenti.
L’esperienza americana gli apre le porte degli studi cinematografici e teatrali napoletani, dove talento e spirito d’iniziativa trovano finalmente la scena che meritano.

napoli riviera chiaia 1910

"Cinema Napoletano"

Il cinema muto italiano, già all’alba del Novecento, non aveva nulla da invidiare a Hollywood.
Ma Napoli era diversa da Torino e Roma: più viva, più vera, più umana. Oggi, con orgoglio, si parla di Cinema Napoletano, e Oreste ne è stato un interprete naturale e appassionato.

Nel capoluogo partenopeo si sviluppò un filone particolare di film legati ai movimenti migratori, da e per gli Stati Uniti; amori, gelosie, equivoci, passioni e musica, in un intreccio di ambientazioni tra America e Napoli sono, in definitiva, la ricetta della "gloriosa tradizione" (come in una citazione del libro di Emiliano Morreale) del Cinema Muto Napoletano.

Oreste, che per anni ha inseguito l’altrove,
assapora la tranquillità - anche economica - di una  intensa carriera artistica: recita, scrive, dirige (la pellicola più conosciuta da lui diretta  è "La perla di Posillipo" del 1920). Partecipa a un centinaio di film, lasciando un’impronta indelebile sul cinema muto partenopeo, tra drammi popolari, storie d’emigrazione e sceneggiature ispirate ai romanzi più letti dal pubblico dell’epoca. 
È un periodo fecondo, in cui Napoli diventa il suo set naturale e il suo palcoscenico del cuore.

Oreste Tesorone sul set diil lampionario del porto

Dal 1917 al '23, intrepreta ruoli non sempre di primo piano, ma comunque in lungometraggi storicamente menzionati; nei quattro anni immediatamente successivi ricopre ruoli principali in diversi film minori e a teatro. Chiude comunque in bellezza nel 1927 interpretando i suoi ultimi due film. La sua carriera, seppure poco conosciuta oggi, è internazionalmente citata nei libri sul cinema muto americano e soprattutto napoletano. La maggior parte dei film da lui interpretati, sono andati perduti, ma alcuni di essi sono ancora disponibili alla Cineteca Nazionale di Roma (non è facile accedervi se non si è dell'ambiente) e alla Cineteca di Bologna, come: FANTASIA 'E SURDATE, LUCIA LUCI', SI VE VULESSE BENE.